Diagnostica prenatale - una donna in gravidanza discute i risultati dei test con il suo medico

Diagnostica prenatale: comprendere per decidere con più consapevolezza

Durante la gravidanza, molte future mamme e papà si chiedono se la nascitura o il nascituro sarà sano. La diagnostica prenatale mette a disposizione diversi esami che offrono indicazioni sulla presenza di eventuali malattie. Quali sono i test disponibili? E come interpretare un risultato sospetto? Questo articolo vi presenta i principali strumenti diagnostici, i loro limiti e le decisioni che ne possono derivare.

Nicole Stadelmann
10 Min. Tempo di Lettura
  •    Breve e facile 
    Come sta il bebè prima della sua nascita?
    Ci sono dei test per scoprire se è malato.
    Esistono diversi test.
    I test sono sempre facoltativi.
    Esistono centri di consulenza per i genitori.
Diagnostica prenatale: con questo termine tecnico si indicano una serie di esami che, mediante il monitoraggio dello stato di salute e di sviluppo del feto, mirano a individuare la presenza di un’eventuale malformazione, di una malattia o di un’infermità. Raccomandiamo ai futuri genitori di informarsi accuratamente sui diversi test disponibili e sulle possibili conseguenze e prendere così consapevolmente le proprie decisioni.

Quali esami prenatali sono disponibili?

Gli esami prenatali si suddividono in due categorie principali: test non invasivi e test invasivi.
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Diagnostica prenatale non invasiva

Si tratta di esami sicuri per mamma e bebè, che non comportano l’accesso a una cavità del corpo della futura madre. Forniscono indicazioni sulle probabilità che la bimba o il bimbo soffra di una malattia o di un’infermità, senza tuttavia esprimere una diagnosi definitiva. Per una conferma o una smentita occorre ricorrere a tecniche invasive, ovvero esami in cui uno strumento entra nel corpo della donna per fare dei prelievi. I metodi non invasivi sono solitamente il primo passo nell’iter diagnostico e comprendono i seguenti esami.
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Le ecografie consentono di monitorare, tra l’altro, la crescita, la posizione e il battito cardiaco del feto nonché la quantità di liquido amniotico presente. Possono rivelare la presenza di anomalie strutturali, come difetti del cuore o malformazioni come la spina bifida.

Durante la gravidanza sono previste delle ecografie a intervalli regolari, ma se necessario è sempre possibile un monitoraggio più stretto con esami ecografici aggiuntivi

Questo esame misura la raccolta di liquido nella translucenza nucale, uno spazio anatomico situato nella regione cervicale del feto. In piccole quantità la presenza di fluido è del tutto normale, ma una quantità eccessiva può indicare una patologia cromosomica. La translucenza nucale si esegue tra la 11a e la 14a settimana di gravidanza. 

Lo screening del primo trimestre, che si esegue tra la 12a e la 14a settimana di gravidanza, combina due esami:

  • misurazione della translucenza nucale del feto
  • esame del sangue materno

I risultati sono valutati anche in base all’età della futura madre e stimano il rischio delle trisomie fetali più comuni: 13, 18 e 21. Non si tratta di una diagnosi, ma esclusivamente di un indice di probabilità.

Se il rischio è elevato, il passo successivo può essere il test prenatale non invasivo (NIPT) o degli esami invasivi, per ottenere una diagnosi definitiva.

Il test consiste in un prelievo del sangue materno. 
Nel sangue della madre circolano frammenti di DNA fetale, che riflettono la costituzione genetica della nascitura o nascituro. È possibile effettuare il test del DNA di origine placentare a partire dalla 12a settimana di gravidanza. Il NIPT può fornire indicazioni di probabilità sulla presenza di trisomie (13, 18 e 21). Eventuali risultati anomali possono essere confermati da esami invasivi. 

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Diagnostica prenatale invasiva

Con un test diagnostico invasivo il medico inserisce un ago sottile nell’addome materno per prelevare un campione di placenta o di liquido amniotico. In seguito, in laboratorio si analizza il DNA contenuto nelle cellule fetali. È la tecnica più affidabile per diagnosticare eventuali anomalie cromosomiche (ad es. la trisomia 21) o gravi malattie genetiche. La diagnostica invasiva comporta un rischio di aborto spontaneo, che tuttavia oggi è relativamente basso (meno dell’1%).

La villocentesi permette di diagnosticare anomalie cromosomiche (ad es. trisomia 21) nella nascitura o nascituro. Si esegue se lo screening del primo trimestre è risultato positivo o in presenza di una malattia genetica ereditaria in famiglia. L’esame è effettuabile a partire dall’11a settimana di gravidanza.

Il medico raggiunge la placenta introducendo un ago sottile attraverso la parete addominale materna e preleva i villi coriali, che sono cellule con lo stesso patrimonio genetico del feto. Questa tecnica consente di diagnosticare precocemente se il bebè è affetto da una malattia genetica.

L’amniocentesi permette di diagnosticare anomalie cromosomiche (ad es. trisomia 21) nella nascitura o nascituro. L’esame si esegue normalmente a partire dalla 15a settimana di gravidanza, se lo screening del primo trimestre è risultato positivo e vi è un sospetto fondato di una patologia.

Il test consiste nel prelievo di una piccola parte di liquido amniotico. Il medico introduce un ago sottile attraverso la parete addominale materna direttamente nella cavità amniotica e aspira circa 15-20 ml di liquido. L’amniocentesi si svolge sotto guida ecografica, per controllare costantemente la posizione del feto e dove si trova esattamente l’ago. Terminato il prelievo, il punto di inserimento dell’ago si richiude subito e il liquido amniotico si rigenera in poche ore. Il liquido con le cellule fetali viene in seguito analizzato in laboratorio.

Limiti della diagnostica prenatale

Gli esami prenatali forniscono informazioni utili, ma non definitive, sulla salute della nascitura o nascituro. Le tecniche presentano dei limiti e non sono scevre da implicazioni problematiche. Ecco alcuni nodi critici.

  • Affidabilità variabile: non tutti gli esami sono affidabili al 100%. Un test può dare falsi positivi, ovvero ipotizzare un’anomalia mentre il bebè è sano, o falsi negativi, ovvero non riconoscere una malattia esistente. Con il risultato di creare rispettivamente preoccupazioni inutili o false sicurezze nei futuri genitori.

  • Aspetti etici: di fronte a un risultato anomalo, i genitori possono trovarsi ad affrontare scelte difficili. La diagnosi di una malattia o un’infermità può provocare sconcerto e gettare dubbi sul futuro.

  • Certezze limitate: molti esami stimano solo un rischio, ma non danno certezza. Non possono cioè determinare con sicurezza se la bimba o il bimbo sarà veramente malato. Inoltre, esistono patologie che la diagnostica prenatale non è in grado di individuare. Alcune malformazioni e malattie sono diagnosticabili solo in una fase avanzata della gravidanza o dopo la nascita. 

Diagnostica prenatale, una decisione personale e consapevole

Diagnostica prenatale - una donna in gravidanza risponde alle domande del medico

Gli esami prenatali non sono obbligatori. Ogni coppia ha il diritto di decidere liberamente se effettuarli, in quale misura e se conoscere o meno i risultati. È possibile anche cambiare idea nel corso della gravidanza. Consigliamo in ogni caso di affrontare il tema e informarsi tempestivamente.

Confrontatevi con il vostro medico e prendetevi tutto il tempo per riflettere, prepararvi e prendere le vostre decisioni senza fretta e con cognizione di causa. Potete anche rivolgervi a centri di consulenza
                                                                           indipendenti.

Diagnostica prenatale, come decidere

Questa serie di domande possono aiutarvi a decidere a favore o contro gli esami prenatali.

  • Quanto tempo occorre aspettare per avere il risultato?
  • Quanto è affidabile il risultato del test?
  • Cosa pensiamo di fare se l’esito è anomalo?
  • Cosa può essere diagnosticato durante la gravidanza?
  • Quali conoscenze abbiamo su bambine e bambini disabili?

Uno strumento utile è l’albero di decisione proposto da insieme (disponibile in francese e tedesco)

Diagnostica prenatale, quando un risultato è anomalo

Per molte coppie ricevere la notizia che la nascitura o nascituro è affetto da una malattia o un’infermità può essere un duro colpo. L’esito positivo di un test è spesso fonte di forte ansia e grande incertezza. È perfettamente comprensibile che in una situazione del genere i genitori si sentano insicuri, persi. Alcune coppie scelgono di portare avanti la gravidanza, altre decidono per l’interruzione.

In entrambi i casi, non esiste un’alternativa giusta o sbagliata: ogni decisione è personale e deve essere rispettata. Prendetevi tempo, lasciate maturare la vostra scelta.

Portare avanti la gravidanza

Com’è la vita con una figlia o un figlio disabile? Tante coppie hanno difficoltà a immaginarsela. Chiedete al vostro medico quali terapie e cure eventuali sarebbero possibili. I centri di consulenza per genitori offrono inoltre informazioni utili sulla vita con bambine e bambini con disabilità e possono mettervi in contatto con altri genitori nella stessa situazione. 

Interrompere la gravidanza

Quando un test conferma la malattia o l’infermità della nascitura o nascituro, i genitori hanno la possibilità di interrompere la gravidanza. Si tratta di una decisione difficile e molto delicata. Fatevi accompagnare da persone esperte prima, durante e dopo l’interruzione di gravidanza. Esistono diversi centri che offrono assistenza alle coppie che prendono questa scelta.

Schreibaby - Mann liegt auf dem Sofa und hält eine Teetasse in den Händen

 Mental health check della CONCORDIA: un primo orientamento quando la pressione psicologica è troppa

Tanti futuri genitori aspettano con ansia il risultato di un esame diagnostico prenatale. Se l’esito conferma una malattia, si tratta spesso di un’esperienza emotivamente molto pesante. Le assicurate e gli assicurati della CONCORDIA possono sottoporsi online a un mental health check e accedere velocemente a una prima valutazione del loro stato di salute mentale da parte di una psicologa o psicologo nonché ottenere dei consigli concreti in merito a eventuali terapie.

Diagnostica prenatale: cosa paga la cassa malattie?

L’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS, assicurazione di base) copre i costi di diversi esami prenatali. Le assicurazioni complementari della CONCORDIA non prevedono contributi o rimborsi per gli esami prenatali.
Pianto inconsolabile: una donna incinta è seduta sul divano con il laptop, circondata da scartoffie

 Quali prestazioni per la maternità sono coperte dall’assicurazione malattie?

Consultate la panoramica delle prestazioni per maternità, parto e puerperio, in cui sono specificati i costi rimborsati dall’assicurazione di base e le prestazioni aggiuntive coperte dalle assicurazioni complementari della CONCORDIA. Inoltre, potete informarvi sulla vostra partecipazione ai costi.

Pianto inconsolabile: due cerchi gialli. Uno contiene un cuore bianco, l’altro la scritta Pro Juventute

Verificato da Pro Juventute

Il contenuto del presente articolo è stato verificato dalle esperte ed esperti del nostro partner Pro Juventute.