Una donna si gode uno spuntino sano in cucina.

Vecchie abitudini alimentari addio!

Meno zuccheri, meno alcol, più salute! Liberarsi di abitudini alimentari scorrette non è facile. Ecco i nostri consigli per spezzare routine poco sane e rompere con schemi comportamentali ricorrenti.

   Breve e facile

Mangiare e bere sono gesti abitudinari.
È possibile cambiare le cattive abitudini.
Ci vuole tempo.
Ponetevi degli obiettivi realistici.

Mangiare e bere sono gesti abitudinari, saldamente ancorati nella nostra quotidianità. La ripetitività, sollevandoci dalla continua necessità di decidere, ci semplifica la vita, ma diventa un serio ostacolo quando desideriamo cambiare rotta.

 

Abitudini alimentari: l’origine

Cominciamo con la buona notizia: le abitudini servono e sono utili! Svolgere una serie di azioni in modo meccanico, senza doverci pensare su, ci consente di risparmiare energie intellettuali, che possiamo convogliare così sulle cose più importanti. Ma dietro un gesto ricorrente, anche a tavola, si nasconde un processo di scelta razionale, in base al quale ad esempio valutiamo i vantaggi e gli svantaggi di un ingrediente, verifichiamo se ci piace, se ne abbiamo voglia o se abbiamo fame.

Molte condotte alimentari controproducenti, come trangugiare la colazione in tutta fretta o svuotare un pacchetto di patatine di fronte alla televisione, sono la nostra risposta a situazioni emotivamente cariche e stressanti, una reazione a giornate di lavoro intense. Come noto, quando diventano un riflesso incondizionato, non è per nulla facile liberarsene. 

Mangiare sano senza cattive abitudini alimentari

Abitudini alimentari: quando cambiarle

I comportamenti acquisiti nell’infanzia hanno un forte impatto sulla nostra vita. Avevate magari l'abitudine di sgranocchiare qualcosa di dolce prima della nanna? Molto probabilmente anche ora, in età adulta mangiate uno spuntino prima di andare a dormire. Una routine consolidatasi nel tempo non si lascia infatti riprogrammare semplicemente con un clic.

Ma è sempre veramente necessario darci un taglio? Sì, quando le nostre consuetudini dietetiche risvegliano in noi sensi di colpa o se le associamo a pensieri negativi. I presupposti migliori per avere successo sono:

  • credere nell’utilità del cambiamento
  • avere sviluppato una forte motivazione ad abbandonare automatismi malsani
  • perseguire un obiettivo raggiungibile e inseribile nella routine quotidiana. 

Ad esempio potete sostituire lo snack della buonanotte con una tazza di tè. Oppure concedervelo solo una sera su due e ridurre man mano la porzione.

 

Nuove abitudini: un passo dopo l’altro

1° passo: individuare l’automatismo e sostituirlo

Mettete a fuoco una vecchia abitudine malsana di cui volete liberarvi ed evidenziatela. Ad esempio:

  • «In conclusione di ogni pranzo, anziché mangiarmi un cioccolatino, bevo una tazza di tè.»
  • «Piuttosto che sfogare la mia frustrazione sul cibo, vado a fare una passeggiata.»
  • «Invece di mangiare ad orari fissi, mi ritaglio una finestra di tempo flessibile e mangio solo quando ho veramente fame.»
  • «Modifico la mia lista della spesa, riducendo dolciumi, salatini e alcol.»

2° passo: riconoscere l’elemento scatenante

Ogni cattiva abitudine è riconducibile a uno stato d’animo preciso, come frustrazione, stress o noia. Questi elementi scatenanti possono essere molto potenti. Ad esempio, possono interferire con gli stimoli della fame e della sazietà, rompendo un equilibrio delicato. Identificateli e osservate gli effetti che producono sul vostro umore.

3° passo: porsi piccoli obiettivi concreti

Non rivoluzionate la vostra vita. Scrivete il vostro buon proposito su un post-it e attaccatelo bene in vista, ad esempio sul frigorifero. Non correrete il rischio di dimenticarlo.

4° passo: darsi il tempo necessario

Abbandonare le abitudini è un processo lento. Vi occorrono tempo, calma e consapevolezza. Lo stress funge da barriera al cambiamento. Una nuova abitudine per consolidarsi richiede dai 20 ai 250 giorni. Quindi non arrendetevi alla prima difficoltà.