La vera forza è anche saper dire «Basta!» quando occorre
Seraina Kuratli è portiere del GC Amicitia Zürich, compagine del massimo campionato svizzero, e membro dell’accademia di pallamano CONCORDIA. Nell’intervista ci spiega come affronta le difficoltà psicologiche legate allo sport agonistico e come le gestisce giorno per giorno.
Breve e facile
Si allena molto e rinforza anche la mente.
per questo riceve un supporto psicologico.
Così resta calma e crede nelle sue capacità.
È felice di essere in campo con la squadra.
Seraina, nel 2024, a 17 anni hai disputato la tua prima partita a difesa della porta della nazionale. Come hai gestito la pressione?
Seraina Kuratli: La mia prima convocazione in nazionale mi ha riempita di gioia! Essere parte di questa squadra è stato per me un tale onore da annullare qualsiasi sensazione di pressione esterna. Ero così felice e orgogliosa di vedere che i miei sforzi erano stati premiati. Si è trattato del mio primo raduno e il resto della squadra non mi conosceva. Per questo non ho avuto l’impressione che ci fossero grandi aspettative nei miei confronti. Forse era solo una sensazione, ma questo approccio mi ha facilitato le cose.
Un anno fa ho cominciato a scrivere un diario ogni sera: mi permette di ordinare meglio le emozioni e di chiudere la giornata in modo positivo. Mi aiuta anche a essere più consapevole durante il giorno e a capire veramente i miei pensieri e le mie azioni.
Il ruolo di portiere nella pallamano è certamente tra i più impegnativi. Come ti prepari mentalmente?
Sono d’accordo. Direi persino che sotto questo aspetto è la posizione più difficile in assoluto. Già da qualche tempo lavoro con una mental coach che mi sostiene, offrendomi una prospettiva imparziale, ascoltandomi e incoraggiandomi in ogni circostanza. Un anno fa, inoltre, ho iniziato a scrivere un diario ogni sera: mi permette di ordinare meglio le emozioni e di chiudere la giornata in modo positivo. Mi aiuta anche a essere più consapevole durante il giorno e a capire veramente i miei pensieri e le mie azioni. Questi due strumenti sono una grande risorsa.
Come ti prepari prima di una partita?
Come portiere, analizzo i tiri delle avversarie per individuare determinati schemi di gioco, concentrandomi soprattutto su tre giocatrici chiave di ogni squadra. Dopo aver studiato i loro movimenti, annoto le caratteristiche principali e le memorizzo grazie a tecniche di visualizzazione. Prima della partita, inoltre, la squadra si riunisce sempre per bere un caffè. Poi seguo sistematicamente la stessa routine di riscaldamento.
Cosa succede dentro di te quando perdi una partita importante con la squadra?
Purtroppo, in situazioni simili, tendo a mettere in discussione me stessa o a sentirmi responsabile per la sconfitta. Ovviamente so bene che la pallamano è uno sport collettivo: si vince o si perde sempre come squadra. Per chi gioca in porta, però, non è sempre facile elaborare una sconfitta poiché ogni rete subita pesa personalmente. La priorità, per me, è la vittoria del team. E do sempre il massimo affinché l’obiettivo venga raggiunto. Con l’esperienza, credo che imparerò a valutare meglio le mie prestazioni e a migliorarmi in modo più mirato. Al momento, mi concentro ancora molto sui dati statistici.
Cosa fai per restare positiva?
Ho vissuto diversi momenti in cui mi sono sentita fragile. Nell’ultima stagione, in particolare, ce ne sono stati molti. A un certo punto, mi sono lasciata sopraffare dalla pressione. Nonostante tutto, non mi sono mai arresa. Non ho mai smesso di crederci e ho lavorato sempre più duramente. In allenamento ho utilizzato i miei fallimenti più pesanti come carburante per continuare a lavorare. Direi perciò che la mia principale qualità è la forza di volontà. Questa determinazione mi ha aiutata a rialzarmi dopo ogni sconfitta.
La mia principale qualità è la forza di volontà. Questa determinazione mi ha aiutata a rialzarmi dopo ogni sconfitta.
Tra allenamenti e partite non ti resta molto tempo per ricaricare le batterie. Come riesci a staccare la spina?
Amo trascorrere il mio tempo libero con le persone care e la famiglia In realtà, però, le amiche e gli amici più stretti vengono dal mondo della pallamano; quindi, ci vediamo quasi ogni giorno all’allenamento o alle partite. Durante la settimana, a Cham, sono ospite di una meravigliosa famiglia con cui mi sento perfettamente a mio agio. Nonostante ciò, ogni fine settimana non vedo l’ora di tornare a casa: è questo il modo migliore per fare il pieno di energie e lasciarmi alle spalle lo stress.
Cosa significa per te essere mentalmente forte?
Non considero mentalmente forte chi non piange mai. In realtà credo che sia l’esatto contrario. Trovo che sia un segno di grande forza riuscire a fermarsi e dire «Basta!» quando la testa è al limite. Per me, è altrettanto forte chi segue la propria strada, superando ogni ostacolo con il massimo impegno. È così che si sviluppa la fiducia interiore su cui si può contare nei momenti difficili.
Tra meno di tre settimane la nazionale femminile svizzera disputerà il suo primo campionato mondiale e anche tu sarai presente in Olanda. Quanto è grande l'attesa per te e per tutta la squadra?
Il fatto di essere stata convocata è per me tutt'altro che scontato. Di conseguenza, la mia attesa è grande. Anche nella squadra percepisco molto entusiasmo ed eccitazione per questa nuova esperienza. Dopotutto, per tutte noi è il primo campionato mondiale in assoluto. Sono felice che lo staff tecnico mi abbia dato questa fiducia e mi abbia offerto la possibilità di aiutare la squadra nel miglior modo possibile. Accetto questo incarico con grande orgoglio e disponibilità e cercherò di dimostrare quanto questa opportunità sia importante per me. Perché è proprio questo il livello che vorrei raggiungere un giorno!
Come cambia l’approccio alle partite di un torneo così importante?
Per questo tipo di competizione, la breve distanza tra una partita e l’altra è una sfida impegnativa. Fortunatamente possiamo contare su uno staff tecnico eccezionale che prepara i video e li mette rapidamente a nostra disposizione: dapprima sono visionati individualmente e poi analizzati in gruppo. Di solito, questa fase è programmata il giorno prima della competizione. Il giorno del match, al massimo, c’è un breve incontro per definire gli ultimi dettagli, soprattutto se la sera precedente è mancato il tempo. Ma anche in questo caso, non rinunciamo mai al nostro rituale del caffè di squadra!