Lasciare andare i ricordi:
l’arte dell’oblio
Ogni giorno il nostro cervello è esposto a milioni di stimoli. Ma la nostra memoria è selettiva: scarta subito la maggior parte delle informazioni, per focalizzarsi sull’essenziale. Abbiamo però la possibilità di coltivare l’arte dell’oblio consapevole.
Breve e facile
Allora noi ci pensiamo spesso.
Anche se sono ricordi spiacevoli.
Ma è possibile esercitarsi a dimenticare.
Ci vogliono esercizio e tolleranza verso la propria persona.
Immaginate questa scena: state seguendo un corso online e tra il pubblico notate una cara amica. Decidete di scriverle un commento scherzoso in chat. Un attimo dopo averlo inviato vi rendete conto che non lo ha letto solo lei, bensì ogni partecipante. Che figuraccia! L’episodio continua a ripresentarsi alla vostra mente e finite per raccontarlo più volte a familiari e conoscenti. Finché qualcuno vi dice: «Basta, non pensarci più!».
Ma è più facile a dirsi che a farsi. Di norma, infatti, non riusciamo a toglierci dalla testa proprio i pensieri che desideriamo accantonare.
Perché certi ricordi non ci abbandonano?
Nell’esempio di cui sopra, l’imbarazzo creato dall’errore segnala al nostro cervello: «Attenzione, questo è importante!». E parlandone più volte, l’evento passa dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, lasciando una vera e propria traccia.
Ricordare esperienze e informazioni risponde a bisogni fondamentali: ci aiuta a orientarci e a prendere decisioni migliori, rafforza il nostro senso di sicurezza e i legami con il prossimo. I ricordi sono come punti di riferimento interni: non sorprende che al nostro cervello piaccia conservarli.
Come funziona l’oblio?
Quando conviene dimenticare attivamente?
L’oblio consapevole è utile soprattutto per ricordi fastidiosi ma non troppo intensi. Non è indicato invece per avvenimenti emotivamente molto forti o traumatici. In questo caso cercare di reprimerli può essere più dannoso che produttivo. I consigli seguenti per allenarci a dimenticare sono pensati per ricordi spiacevoli o intrusivi, ma gestibili. sarebbe invece opportuno rivolgersi a una o un professionista.
Innanzi tutto, cominciamo a riflettere sui seguenti meccanismi. Il nostro cervello registra un evento a ragion veduta, in quanto lo ha classificato automaticamente come significativo. Prima di impegnarci a dimenticarlo, dovremmo pertanto cercare di capire perché è importante. Spesso è possibile estrapolare un messaggio essenziale che vale la pena di ricordare. Ritornando all’esempio del corso online: il nostro desiderio profondo è di non rivivere un imbarazzo così forte. Poiché si tratta di un’aspirazione vaga, e quindi non facile da realizzare, è meglio trasformarla in un obiettivo concreto: «Prima di inviare un messaggio, controllo sempre a chi è destinato!». Il pensiero di aver fatto una brutta figura davanti a tante persone, invece, non serve a nulla: quello possiamo accantonarlo.